Con la conferenza di San Francisco, la sfida tra Apple e Google è entrata nel vivo. Big G ha presentato due nuovi smartphone: Pixel e Pixel XL. Niente di nuovo all’orizzonte, potrebbe dire qualcuno. D’altronde il colosso di Larry Page ha esordito sei anni fa con il Nexus. Eppure gli elementi di novità ci sono.
Innanzitutto, questa volta Google non ha demandato a terzi la produzione del suo smartphone. Se in passato si era affidata a LG e ad Huawei, ora è tutto farina del suo sacco (eccetto per l’assemblaggio, realizzato da Htc) e infatti è ben visibile il logo dell’azienda. In secondo luogo, sia Pixel che Pixel XL promettono un passo in avanti notevoli nell’insidioso terreno dell’intelligenza artificiale.
Il segreto sta nell’integrazione tra smartphone e universo Google
Il sistema prende il nome di “Assistente Google Integrato” e consente agli utenti di “parlare” con il cellulare, il quale per rispondere fa appello, in maniera immediata e automatica, alle risorse del motore di ricerca più famoso al mondo. Basta un semplice “buongiorno” pronunciato la mattina per ricevere informazioni vocali sul traffico e sul meteo. L’integrazione viene declinata anche nella possibilità di salvare le foto e in genere i file sui server di Google, dunque senza limiti di spazio. Non poteva mancare la realtà virtuale, qui offerta dalla possibilità di inserire i due smartphone nel DayDream.
Pixel e Pixel XL sono concepiti come dispositivi di alta gamma. Il prezzo parte infatti da 649 dollari. La batteria ha un’autonomia di sette ore e può essere ricaricate in solo quindici minuti grazie alla modalità “ricarica veloce”. Lo schermo misura rispettivamente 5 e 5,5 pollici.
Progetto Apple Car e Titan
La sfida tra Google e Apple si arricchisce quindi di un nuovo capitolo, dopo che quello “sulle automobili” ha fatto segnare un provvisorio uno a zero per Mountain View. Il progetto “Titan”, incentro sulla Apple Car, un automobile senza pilota, si è arenato a metà settembre, almeno secondo le voci di corridoio. Sicuramente c’è stato un reset al progetto, che quindi partirà da capo. E’ quanto avrebbe deciso Bob Mansfield, manager scelto da Tim Cook, già noto per essere stato uno stretto collaboratore del fu Steve Jobs. Troppo irti gli ostacoli, troppo difficili da padroneggiare le tecnologie necessarie a realizzare un prodotto sicuro ed efficiente. Eppure le premesse erano buone: Titan sarebbe dovuto andare in porto entro tre o quattro anni e avrebbe dovuto insediare il predominio di Uber, oltre che battere Google car.
Apple e Google in borsa
In borsa i titoli hanno reagito bene alle ultime news ed entrambi hanno ripreso il trend rialzista che li ha portati sui massimi del 2016. Tuttavia Google è vicino ai massimi storici e le resistenze si fanno sentire. La rottura dei massimi potrebbe spingere il titolo oltre i 900 dollari.
Supporti azioni Google: il livello chiave per Google è tra 790 e 810 dollari. Sotto tali prezzi potremmo assistere a movimenti ribassisti fino a 740 dollari.
Per il titolo Apple si è creato un forte movimento rialzista che ha scongiurato altri minimi annuali e ha riportato in poco tempo le quotazioni sopra 112 dollari.
Supporti azioni Apple: il supporto di 112 dollari è il livello che assicura ai trader la possibilità di rivedere nuovi massimi. Tecnicamente è possibile investire al rialzo finchè i prezzi si mantengono sopra tale supporto.