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Come costruire un portafoglio di criptovalute

Costruire un portafoglio di criptovalute non è affatto semplice perché il mondo crypto si è complicato e ampliato notevolmente negli ultimi anni creando un gap informativo piuttosto rilevante: le criptovalute, e in particolare quelle più recenti, sono parzialmente avvolte da un alone di mistero. Inoltre, è la classe di asset stessa, le valute virtuali appunto, a essere dominata da dinamiche che poco hanno a che vedere con le più classiche azioni, materia prime, valute tradizionali etc. Le correlazioni sono ancora poco reattive e la volatilità è molto alta.

E’ bene fare un po’ di ordine ed elencare alcuni consigli generali che possano costituire un buon punto di partenza per costruire un portafoglio di criptovalute.

Diversificare il rischio con le criptovalute

Diversificare il rischio è una regola aurea, che vale per qualsiasi tipologia di portafoglio. Nemmeno le criptovalute sono svincolate dall’imperativo categorico di ogni investitore: diversificare.

Ma… Come si diversificano le criptovalute?

Occorre infatti indicare dei criteri che si adattino alle particolarità di questo nuovo mezzo di investimento. Questi criteri dovrebbero essere: liquidità, valore aggiunto, aspettativa di crescita a lungo termine. Un buon portafoglio di criptovalute dovrebbe essere composto per un buon 60% da criptovalute ad altissima liquidità, per il 10% da criptovalute a media liquidità e per il resto da criptovalute con un alto valore aggiunto e dalla speranza di crescita a lungo termine.

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Se si parla di criptovalute ad altissima liquidità, il pensiero non può che correre al Bitcoin e all’Ethereum. Per media liquidità invece si intende, ad esempio, il Ripple.

Più difficile la definizione di criptovalute ad alto valore aggiunto. Possiamo definirle come quelle valute virtuali che si caratterizzano per una tecnologia particolare, per un approccio sui generis e che si pongono lo scopo di risolvere un problema specifico. Spesso, sono confinate in contesti di nicchia ma potrebbero avere in futuro un ruolo di primo piano. Dipende, appunto, a quale esigenza gli investitori daranno più spesso. Il riferimento, in questo caso, può essere a Monero, che punta sulla privacy, a IOTA, che punta sulla scalabilità, a Railblocks, che ha introdotto il concetto di blockchain privata.

Infine, le valute con elevata speranza di crescita. Sono quelle in fase beta, utilizzabili sotto forma di token. Occorre identificare quelle che celano il progetto più interessante e con la tecnologia più innovativa. Tra quelle che stanno calamitando l’interesse degli investitori spiccano Metal, Steam e TNT.

Valutare gli elementi tradizionali

Le criptovalute rappresentano un fenomeno sui generis, con caratteristiche peculiari e, in un certo senso, di portata rivoluzionaria. Tuttavia, non sfuggono completamente alle logiche classiche dell’investimento a medio e lungo termine. Sotto certi punti di vista, quindi, creare un portafoglio di criptovalute è come creare un portafoglio tradizionale. Ciò si evince dal (per ora ristretto) range di elementi “tradizionali” che comunque, anche se si parla di valute tradizionali, occorre valutare.

Come evitare gli scam

Quando si crea un portafoglio di criptovalute, e si adotta un approccio che mira deciso alla diversificazione, il rischio scam è dietro l’angolo. Per inciso, gli scam sono le classiche “truffe”, criptovalute in fase beta e attive solo sotto forma di token che, a fronte di un investimento da parte degli utenti, si rivelano scatole vuote: sono solo delle esche, dei progetti finti, un modo per estorcere denaro. Il problema è che spesso le truffe vengono orchestrate bene, quindi è possibile incappare in uno scam senza accorgersene.

Come fare per evitare truffe criptovalute?

I consigli sono tre.

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