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Criptovalute sottocapitalizzate: rischi e opportunità

Il panorama delle criptovalute è molto ricco e vario. Non esiste solo il Bitcoin.  Sulla scorta del celebre Bitcoin, infatti, sono nate molte altre valute virtuali. La tendenza è di investire su quelle più famose, che per un motivo o per un altro (in genere per le performance di mercato eccellenti) hanno già conquistato la ribalta. Una schiera di trader sempre più nutrita, però, si sta rivolgendo anche sulle criptovalute secondarie.

E’ bene seguirli? Come al solito, si apprezzano rischi e opportunità. I rischi più importanti derivano dalla sottocapitalizzazione, la quale può portare a conseguenze per nulla piacevoli. In questo articolo parleremo delle minacce e delle opportunità derivanti proprio dalla sotto capitalizzazione.

Sottocapitalizzazione e criptovalute

Innanzitutto, è bene fare una precisazione. Fare trading con le valute che non si piazzano ai primi posti in quanto a capitalizzazione può essere un’idea redditizia, a patto di non esagerare. Il consiglio è quello di ignorare le criptovalute che difettano grandemente da questo punto di vista, e puntare invece su quelle tutt’al più “poco liquide”, almeno rispetto ai classici Bitcoin, Ethereum e Litecoin. Un riferimento può essere a Monero, IOTA, OmiseGo, ZCash.

Detto questo, affrontiamo le conseguenze, piacevoli e spiacevoli, derivanti dalla sottocapitalizzazione.

Come selezionare le criptovalute sottocapitalizzate

Abbiamo fornito il primo consiglio qualche riga fa, ossia non scegliere quelle troppo sottocapitalizzate. Questo ovviamente non è l’unico parametro da prendere in considerazione. Eccone altri.

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