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Indice VIX: sfruttare la paura dei mercati

L’indice VIX è chiamato “l’indice della paura”. Un nome molto suggestivo, che potrebbe far pensare a qualcosa di potenzialmente dannoso per gli investitori. E’ invece ha dimostrato di essere, almeno negli ultimi anni, uno strumento molto redditizio, in grado di fare luce nei periodi più turbolenti del mercato, quelli nei quali i risultati della normale analisi tecnica sono compromessi da una costante imprevedibilità. In questo articolo parleremo dell’indice VIX, spiegheremo come funziona, come può essere utilizzato e perché funziona.

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Cos’è l’indice VIX

Da un punto di vista prettamente tecnico, l’indice VIX offre una misura abbastanza realistica della volatilità implicita. Con il termine volatilità implicita si intende la volatilità attesa, a partire da alcuni dati di fatto. Questi dati di fatto sono costituiti da un paniere di opzioni put e call che hanno come sottostante l’indice S&P 500.

In estrema sintesi, l’indice VIX raccoglie i dati derivanti dal paniere, li elabora e restituisce alcuni valori. Tali valori, a determinate condizioni, lanciano segnali che riguardano la volatilità.

Il VIX è un indice relativamente recente. Ha fatto il suo esordio nel 1993, anche se all’epoca prendeva in considerazione solo otto opzioni, dunque si caratterizzava per una efficacia statistica non ottimale. Oggi prende in considerazione centinaia di opzioni, quindi è assai più efficace. Fermo restando che, naturalmente, siamo nel campo delle probabilità. La volatilità implicita riguarda infatti il futuro, e nello specifico un periodo che si risolve nel concetto di breve termine.

Come si utilizza l’indice VIX

Potenzialmente, l’indice VIX può essere utilizzato da qualsiasi tipo di trader. Certo, la sua efficacia è massima se l’investimento è in azioni, dal momento che l’indice S&P 500 coinvolge proprio le azioni, ma non vi è alcun dubbio sull’impatto che la borsa esercita su tutti gli altri mercati.

Ad ogni modo, per poter utilizzare l’indice VIX, e capire se il futuro prossimo riserva uno stato di elevata o bassa volatilità, è necessario imparare a leggerne i valori.

  • Se l’indice VIX restituisce valori inferiori a 20, il mercato è (o sarà) rialzista e poco volatile.
  • Se l’indice VIX restituisce valori compresi da 20 e 30, il mercato si pone in una condizione di elevata volatilità ed è attraversato da trend indefiniti.
  • Se l’indice VIX restituisce un valore superiore a 30, il mercato è nel panico o sta per entrarci.

Storicamente, il VIX ha restituito valori da 10 a 80. I valori più alti sono stati toccati subito dopo il crollo della Lehman Brothers e durante la crisi del debito in Europa.

Perché l’indice VIX funziona

E’ abbastanza semplice rispondere a questa domanda, anche se le risposte in verità sono due.

La prima: l’indice VIX si basa su un modello che ha una logicità. Le azioni sintetizzate dallo S&P, che costituisce il sottostante delle opzioni prese in esame dall’indice, possono essere considerato come dei benchmark, come dei punti di riferimento per l’intero sistema. Possono essere paragonate a un termometro. Un indice, come il VIX appunto, che elabora segnali a partire da tali punti di riferimento, vanta giocoforza una sua efficacia.

La seconda: l’indice VIX gioca sul concetto di “profezia che si auto-avvera”. Tale concetto è ben noto nelle scienze sociali e, in estrema sintesi, rivela che un individuo o un gruppo di individui tendono a confermare le attese che, nel bene o nel male, vengono risposte su di loro. Il fatto è che se l’indice VIX segnala una elevata volatilità nel breve periodo, anche ammesso che l’indice si stia sbagliando, gli investitori si comporteranno – credendo al VIX – come se tale volatilità fosse un dato reale, di fatto provocandola.

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