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Volatilità di una opzione

By Aprile 11, 2012No Comments

Abbiamo visto che il prezzo di una opzione è determinato da tre fattori fondamentali, anche se non bisogna dimenticare che altre variabili possono incidere sulla formazione del prezzo.

Variabili che influenzano il prezzo di una opzione:
Valore intrinseco
Valore temporale
Volatilità
Altre variabili

Se il valore intrinseco e quello temporale nella formazione del prezzo dell’opzione incidono per almeno un 50%, fino ad un massimo dell’80%, la volatilità incide per la rimanente parte, anche se con un 5-10% contribuiscono pure le altre variabili.

In parole semplici si parla di volatilità per indicare le oscillazioni del prezzo del sottostante.
Maggiori sono queste oscillazioni, più il titolo sottostante è volatile.
Se invece il titolo non subisce generalmente eccessivi sbalzi di prezzo, allora si parlerà di sottostante poco volatile.

Se il sottostante è poco volatile, anche il prezzo dell’opzione sarà basso. Questo perché se il prezzo del titolo è poco soggetto a cambiamenti (è quindi stabile), il rischio che possa subire repentini aumenti, o diminuzioni di prezzo, è molto limitato.

E siccome le opzioni nascono prima di tutto come sistema per limitare il rischio, se il rischio è basso, anche il costo per limitare quel rischio dovrà essere basso.
Chi acquista infatti un’opzione è disposto a pagare di più se il prezzo del sottostante è molto volatile, questo perché il rischio che il valore di mercato del sottostante si discosti enormemente dallo strike price è elevato.

Di conseguenza, chi acquista le opzioni con lo scopo di tutelarsi da un rischio elevato dovrà necessariamente pagare di più. Lo stesso può dirsi per coloro che acquistano l’opzione per fini speculativi. Maggiore volatilità significa anche maggiori possibilità che il prezzo del titolo subisca forti scossoni, quindi, per gli acquirenti profitti potenziali più alti.

Il discorso è invece opposto per i venditori, chi vende infatti trae maggior vantaggio da una volatilità bassa. Più il prezzo del titolo rimane costante è vicino allo strike price, meglio è, infatti, maggiori sono le possibilità che l’opzione giunga a scadenza senza essersi apprezzata.

Ad esempio:
Se provate ad assicurare un’auto, così come qualsiasi altra cosa, l’assicurazione vi chiederà il pagamento di un premio.

Il prezzo del premio dipende da quanto rischiosi siete voi (o la cosa) per l’assicurazione.
Ovviamente ogni assicurazione farà le proprie valutazioni, ma in generale tutte ragioneranno in questo modo:

Più elevato è il rischio che un giorno vi debbano risarcire, maggiore sarà il premio richiesto, più invece è basso tale rischio, minore sarà il sacrificio economico che vi chiederanno in cambio dell’assicurazione per eliminare (o limitare) appunto questo rischio.

Possiamo distinguere tre titpi di volatilità:

Volatilità storica
Volatilità implicità
Volatilità futura

La volatilità storica ci indica la volatilità passata del titolo, calcolarla è molto semplice, basta possedere i dati storici del titolo.
La volatilità storica ci può dare una possibile visione dell’andamento della volatilità futura, ma non è chiaramente sufficiente ad una corretta analisi.

Si parla di volatilità implicita per indicare quella volatilità che gli operatori già si aspettando (anche sulla base della volatilità storica), essa è quindi già compresa nel prezzo dell’opzione.

La volatilità futura prende chiaramente le orme della volatilità storica ed indica il possibile andamento della volatilità per il futuro.

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