Dopo l’ok di Bruxelles rimangono confermate invece le nuove garanzie per le banche che si trovano in difficoltà, le agevolazioni sulle garanzie immobiliari e ipotecarie, la riorganizzazione delle banche di credito cooperativo in una sola holding.
Renzi spiega che la riforma ha l’obiettivo principale di rafforzare il nostro sistema bancario, per renderlo più resistente agli shock, mettere gli istituti di credito nelle condizioni di finanziare adeguatamente l’economia reale al fine di favorire la crescita e l’occupazione. Renzi inoltre spiega che nel decreto mancano le misure che riguardano le quattro banche fallite e che i meccanismi dei rimborsi per i risparmiatori saranno avviati da un altro decreto ministeriale che varrà varato nei prossimi giorni. Ma vediamo da vicino i singoli aspetti della riforma.
Banche di credito cooperativo: nasce una nuova holding capogruppo
Innanzi tutto con la riforma nasce l’idea di una holding capogruppo con un patrimonio di almeno un miliardo di euro, che si costituirà entro 18 mesi e accoglierà le 364 banche di credito cooperativo che operano in Italia. Questa nuova società vincolerà le singole banche di credito cooperativo con contratti di coesione che le assegneranno poteri di indirizzo strategico, di vigilanza ecc., garantendo sempre la loro autonomia. Le banche comunque potranno scegliere se aderire o meno alla holding e dunque rimanere cooperative, a patto che abbiano un patrimonio minimo di 200 milioni di euro e di versare allo Stato il 20% per mantenere le riserve.
Garanzia statale per le sofferenze bancarie
Con l’ok di Bruxelles si avvia anche un meccanismo di garanzia, la c.d. Garanzia cartolarizzazione sofferenze (Gacs), che consente alle banche in sofferenza di richiedere l’attivazione di tale garanzia. Non è un vero e proprio aiuto di Stato in quanto tale garanzia verrà remunerata in riferimento ai prezzi di mercato dei contratti di assicurazione dal rischio di default delle banche italiane.
Garanzia immobiliari e ipotecarie
Il decreto inoltre contiene un’importante misura che consente di ridurre notevolmente le tempistiche di recupero e di esame delle garanzie immobiliari e ipotecarie, per i crediti vantati dalle banche. In questo modo vengono eliminati dunque dalla legge delega sui fallimenti alcune norme che prevedono tempi di approvazione molto più lunghi. Tra queste misure vi è anche lo stop per tutto il 2016 dell’imposta di registro.
Le borse reagiscono positivamente
Titoli azionari bancari al rialzo
Le principali notizie rassicuranti nel settore bancario hanno spinto al rialzo alcuni dei titoli bancari che avevano sofferto. Si registrano movimenti di recupero che potrebbero essere intesi come reazioni tecniche da ipervenduto.
Ecco giustificato il motivo per cui da inzio anno 7 titoli azionari su 10 dei maggiori ribassi appartengono ad istituti bancari:
Tra i vari titoli a peggior perfomance rimane MPS che ha perso quasi il 63%, seguono UBI Banca e Banco Popolare (che si apprestano ad una fusione aziendale). Destano preoccupazioni anche le quotazioni di Unicredit che ha perso da inizio anno quasi il 40%.
Prospettive e previsioni di borsa per Unicredit
Non si placa la tendenza ribassista delle quotazioni di Unicredit che hanno solo realizzato un rimbalzo dai minimi del 2012.
Il grafico weekly sopra rappresentato ci mostra un potenziale rimbalzo dai livelli attuali fino a 3.55 euro e successivamente finoa 4.40. Tuttavia non ci sono segnali trading che ci possono confermate tale movimento di rimbalzo e quindi non si può valutare un entrata rialzista a basso rischio. La minaccia di nuovi minimi è sempre altamente probabile in questo momento di forte indecisione dei mercati finanziari.