Tra i market mover più importanti spiccano i discorsi degli esponenti delle banche centrali. Spesso, a vario titolo e nei contesti più diversi, intervengono presidenti, governatori, semplici esponenti del board. Vanno presi tutti in considerazione in quanto capaci, con la sola forza delle parole, di esercitare un significativo impatto del mercato. Peccato, però, che questo impatto non sia prevedibile, almeno rispetto agli altri market mover. Anche perché non si può sapere in anticipo, e con assoluto precisione, cosa il policy maker dirà. E’ possibile, però, farsi una idea sia del contenuto che dell’impatto che un dato discorso eserciterà sul mercato.
In questo articolo offriremo qualche consiglio prezioso a riguardo.
Perché i discorsi delle banche centrali sono importanti
Ci sono almeno quattro validi motivi per cui i discorsi degli esponenti delle banche centrali non vanno presi sotto gamba.
Le banche centrali decidono la politica monetaria. Nello specifico, decidono i tassi di interesse e gli eventuali programmi di Quantitative Easing. Strumenti, questi, che influenzano la massa monetaria e quindi i cambi. Non solo, effettuano previsioni che vengono prese parecchio in considerazione, visto l’autorevolezza della fonte, dagli investitori.
Il mercato è incerto. Stante l’endemica e strutturale condizione di incertezza in cui versa il mercato, gli investitori sono alla “disperata” ricerca di elementi sui quali basare le loro previsioni. Appunto, ciò che fanno e dicono le banche centrali sono senz’altro strumenti di orientamento. Se gli investitori si regolano in base ai movimenti delle banche centrale, vuole dire che esse, in ogni caso, influenzano il mercato.
Le banche centrali utilizzano i discorsi in maniera strumentale. Le banche centrali hanno a disposizione strumenti molto potenti (i già citati tassi di interesse e Quantitative Easing). Tuttavia, sono consapevoli dell’ascendente che esercitano sul mercato e utilizzano i loro discorsi per influenzarne il corso. Ovviamente, in funzione del raggiungimento degli obiettivi, che nella maggior parte dei casi si riducono alla stabilità dei prezzi. Dunque, l’impatto dei discorsi, essendo in qualche modo calcolato, può essere, se non proprio previsto, almeno analizzato in itinere piuttosto facilmente.
Le banche centrali godono di grande copertura mediatica. La banca centrale è una istituzione e in quanto tale viene presa in considerazione anche dai media. Paradossalmente, le dichiarazione degli esponenti, in particolare di presidenti e governatori, rappresentano uno dei pochi market mover che gode di una copertura mediatica anche nei canali generalisti. Ciò non fa altro che amplificare l’effetto di tali dichiarazioni e quindi l’impatto sul mercato.
Come anticipare un discorso della banca centrale
In realtà, come abbiamo specificato a inizio articolo, anticipare un discorso è impossibile, almeno nella maniera e nella misura in cui si anticipa un qualsiasi altro market mover tecnico. Tuttavia, in base ad alcuni fattori è possibile, con un certo grado di approssimazione, intuire la direzione e la forza dell’impatto. Ecco i fattori in questione.
Tipo di discorso. Esistono discorsi e discorsi. Alcuni sono importanti, altri meno. Alcuni sono imprevedibili, altri meno. Paradossalmente, a un elevato grado di importanza non corrispondenze sempre un pari livello di imprevedibilità. Anzi, spesso è proprio un discorso meno importante a essere molto imprevedibile. Ad ogni modo, un esponente della banca centrale può intervenire nella conferenza stampa post meeting; in un panel-conferenza; durante una intervista o ai margini di un evento.
Nel primo caso, il market mover è importantissimo ma tutto sommato prevedibile nei contenuti, anche perché le conferenze stampa sono sempre precedute da un comunicato. Nel secondo caso, il market mover è un po’ meno importante ma è più imprevedibile, in quanto non inserito in un contesto decisionale preciso. Infine, nel terzo caso il discorso è ufficialmente meno importante in quanto di natura informale, ma è imprevedibile perché spesso l’intervistato parla a braccio, sollecitato dalle domande dell’intervistatore.
Tipo di persona. Anche il “chi”, ovviamente, ha una influenza sull’impatto e sulla direzione dello stesso. Occorre fare attenzione sia alla carica che al carattere. E’ ovvio: un discorso di Mario Draghi è molto più importante e decisivo rispetto al discorso di un esponente del board. Per quanto riguarda la personalità, essa è importante per decifrare in anticipo il contenuto di un discorso: se il policy maker è noto per il suo approccio diplomatico, è improbabile che “lanci bombe”. Contemporaneamente, però, se il discorso verte su temi sensibili, questo viene maggiormente preso in considerazione e il suo impatto aumenta considerevolmente.
Contesto macroeconomico. E’ probabilmente il fattore più importante in assoluto. Anche perché il contenuto di un discorso, se è vero che questo viene considerato proprio dalle banche centrali come uno strumento, dipende dagli obiettivi che si intendono raggiungere. Se il contesto è per esempio di transizione, ovvero vede il passaggio a un approccio diverso di politica monetaria, è probabile che il policy maker inserisca un riferimento a ciò che la banca centrale farà in futuro, soprattutto per anticipare il processo di sconto del mercato rispetto a una determinata iniziativa. Il contesto potrebbe essere anche relativamente tranquillo, caratterizzato quindi da una road map tracciata. In questo caso, è improbabile che il discorso eserciti un impatto meno significativo.
Contesto politico. Pure ciò che accade al di fuori dell’economia influenza il comportamento delle banche centrali. Anche perché, in fondo, tutto si lega. Il policy maker potrebbe essere portato a commentare una iniziativa dei governi o a lanciare una previsione circa gli effetti di un evento geopolitico importante (pensiamo ai dazi). Il tutto, ovviamente, nel tentativo di suscitare una reazione nei mercati che sia il più possibile funzionale al raggiungimento di determinati obiettivi. Se il contesto geopolitico è caldo, è elevata la probabilità che, anche in presenza di un esponente particolarmente abbottonato, siano gli stessi partecipanti all’evento (es. i giornalisti) a porre domande a riguardo.