L’analisi tecnica nel Forex Trading (come in qualsiasi altra forma di trading) è una pratica complessa, per quanto fondamentale e insostituibile. Purtroppo, è anche una pratica che per funzionare deve essere personalizzata, almeno in alcuni elementi. Non esiste una ricetta, un modo di fare analisi tecnica valida per tutti i trader. Tuttavia, è possibile individuare, almeno concettualmente, un collegamento tra specifici indicatori e specifici stili di trading.
Quella che segue, sia chiaro, è una indicazione di massima, una generalizzazione che però può essere utile, a ciascun trader, per individuare la propria strada, il proprio modo di fare analisi tecnica.
Gli indicatori migliori per l’orizzonte a medio e lungo termine
La maggior parte dei trader del Forex opera in un orizzonte a medio e lungo termine. Le posizioni di chi adotta questo stile, questo approccio, durano ben più di una giornata e spesso si protraggono anche per settimane. In questo caso, gli indicatori più efficace, almeno in linea teorica, sono quelli che abbracciano potenzialmente un periodo di tempo abbastanza lungo.
Per esempio, le medie mobili. Queste possono essere lente, medie e veloci. L’interazione di più medie mobili (o delle medie mobili con il prezzo) genera segnali di entrata e di uscita. Ebbene, dal momento che i periodi presi in considerazioni sono raramente meno di tredici, le medie mobili rappresentano una risorsa soprattutto per chi pratica un trading che va ben oltre l’intraday.
Per lo stesso motivo, anche le Bande di Bollinger, che però non dovrebbero mai essere utilizzate da sole, sono adatte all’approccio medio-lungo. Stesso discorso per gli indicatori “a base di medie mobili”, come il MACD, Mobile Average Convergence Divergence
Gli indicatori migliori per l’intraday
In questo caso, chi fa intraday, a prescindere dal fatto che cerchi un breakout (quindi una inversione del trand) o meno, ha bisogno di un indicatore che offra maggiori informazioni, che sia in qualche modo più preciso nell’analizzare il breve termine. Da questo punto di vista, gli indicatori che tengono conto dei livelli di ipercomprato e di ipervenduto possono rappresentare una soluzione più efficace. Il riferimento è in particolare all’RSI, che è in grado di segnalare – a determinate condizioni – quando un breakout è incipiente.
Stesso discorso per altri indicatori che misurano la forza del trend, dal momento che proprio la forza del trend (o per meglio dire la sua debolezza) determina le probabilità di un breakout. Da questo punto di vista, anche l’ADX, l’Average Directional Index e il semplice Momentum possono rivelarsi utili.
Questi indicatori, molto precisi nel breve periodo, non dovrebbero però essere utilizzati da soli. Bensì, dovrebbero essere accompagnati da indicatori che offrono informazioni sul contesto, di più ampio respiro. Una scelta assennata potrebbe essere il contemporaneo utilizzo di medie mobili e del più classico stocastico.
I migliori indicatori per lo Scalping
In linea di massima, chi fa Scalping utilizza gli stessi indicatori di chi fa Intraday. D’altronde, si tratta di due approcci simili, in quanto puntano entrambi su un orizzonte ristretto (o nel caso dello scalping, ristrettissimo). Dunque, vanno ugualmente bene l’RSI, l’ADX, il Momentum, se associati a indicatori che offrono informazioni di contesto.
Tuttavia, è possibile individuare qualche strumento specifico per fare scalping. Tuttavia, si rischia di uscire dal perimetro dell’analisi tecnica propriamente detta, e di parlare di qualcos’altro, ovvero di risorse che a rigor di termini non possono essere definiti “indicatori”. Il riferimento è ai pattern dell’analisi grafica.
I pattern sono formazioni grafiche che si verificano nel Candlestick, ovvero nel grafico a candele. Specifici movimenti di prezzo determinando specifiche forme, le quali – riprendendo l’adagio del’analisi tecnica – seguono dei modelli precisi e possono essere utilizzate come fossero dei segnali.
Esiste una quantità sterminata di pattern. Alcuni, però, sono particolarmente utili in prospettiva scalping. Il riferimento è soprattutto al pattern “Testa e Spalle”, che segnala una inversione di trend imminente, o quasi. Il Testa e Spalle si verifica quando emerge prima un massimo, poi un calo, poi un massimo ancora più alto. La figura si completa con una decisa inversione di trend.
Altri pattern molto utili in prospettiva scalping sono il Pennant e il Flag. Entrambi, proprio come nell’RSI informano sulla forza o la debolezza del trend. In questo caso, rivelano che il trend è forte. Fanno parte, insomma, della famiglia dei “pattern di continuazione”.
Il Flag si forma quando a un massimo segue un movimento a zig zag in cui ciascun picco positivo è più basso del precedente e ciascun picco negativo e più profondo del precedente, il tutto seguito da un prolungato movimento rialzista.
Il Pendant è simile, con l’unica differenza che i picchi negativi sono uno meno profondo dell’altro.
Chi intende fare scalping e basarsi (anche) sui pattern deve essere bravo a riconoscerli subito, o nel giro di poco tempo, e interpretarli nella maniera corretta. Raramente, infatti, i pattern si trovano nella loro forma pura, stilizzata. Il rischio di fraintendere, e di vedere un pattern in una formazione spura, è tutt’altro che peregrino.