Quella del bitcon è una corsa trionfale. Ha raggiunto quotazioni record al limite di 2900 dollari superando il valore di 1 oncia d’oro quotata attualmente sotto 1300 dollari. Dopo qualche anno trascorso all’insegna della difficoltà, a cavallo tra il 2016 e il 2017 ha iniziato a crescere oltre ogni aspettativa. Il risultato è un bitcoin che, in prossimità del giro di boa di quest’anno, ha ampiamente superato i 2.800 dollari.
Quale destino si prospetta per la criptovaluta bitcoin?
Continuerà a crescere, magari a ritmi un po’ più bassi?
Si stabilizzerà?
Tornerà sui suoi passi?
Cos’è il bitcoin
I profani che si approcciano al bitcoin potrebbero sentirsi disorientati di fronte a una valuta capace di sovrastare persino il celebre biglietto verde. La tendenza, per di più basata sulla logica, è quella di dare fiducia al bitcoin. Una fiducia che, di contro, potrebbe venire meno una volta venuti a conoscenza di quello che il bitcon è realmente. E’ una criptovaluta, come molti sanno, ma è – soprattutto – una valuta acefala. Dietro non vi è alcuna banca centrale in grado di intervenire nei momenti di difficoltà o per sanare gli eventuali squilibri. In effetti, il bitcoin è una divisa letteralmente “consegnata” a quella che è la più importante legge del mercato: la legge della domanda e dell’offerta.
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Un altro elemento da prendere in considerazione, e che in un certo senso contrasta con il concetto di valuta “libera”, è quello della sua… Finitezza. A differenza di altre criptovalute, come ethereum, il bitcoin è destinato, se non a concludere la sua corsa, perlomeno a rallentarla. E’ previsto infatti un rallentamento di emissione graduale. Un modo, questo, per mettere una pezza in caso di squilibri, o addirittura prevenirli. Ad oggi, è uno dei pochi meccanismi di protezione di cui il bitcoin è dotato.
Questi due elementi, l’assenza di una banca centrale e il rallentamento delle emissioni, pongono in essere una certa tensione e tendono a frenare i facili entusiasmi. Da qui il dubbio sul destino del bitcoin, che appare incerto nonostante il solido trend rialzista che lo sta attraversando.
Il futuro del bitcoin
Per riuscire a carpire il futuro della criptovaluta è necessario analizzare i motivi della sua crescita. In realtà, si tratta di una questione quasi esclusivamente normativa. Il bitcoin cresce soprattutto perché, dopo tanti anni vissuti nella penombra, sta per essere accettato come valuta legale dai vari paesi. Il Giappone, per esempio, ha riconosciuto il bitcoin ad aprile. Sulla stessa linea d’onda, le dichiarazioni del presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, che ha plaudito al meccanismo della criptovaluta. “Secondo noi il parametro di riferimento è adesso la blockchain, la tecnologia sottostante, che è molto probabilmente più interessante ed ha forse più potenziale rispetto al bitcoin di per sé”.
Gli spazi per una ulteriore crescita ci sono tutti, anche perché il bitcoin è “abbastanza” sdoganato, ma non totalmente sdoganato. La forza propulsiva di questo elemento non si è ancora esaurita. Il trend rialzista, anzi, potrebbe rafforzarsi nel caso in cui il bitcoin subisse uno slittamento ulteriore di significato: da valuta adatta alla speculazione a bene rifugio. Le possibilità ci sono, viste le difficoltà che stanno incontrando le monete tradizionali.
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