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Le materie prime, Commodities

By Aprile 18, 2012No Comments

Nei mercati attuali svolgono senza ombra di dubbio un ruolo primario le materie prime, o anche commodities.
Le materie prime metalliche come l’oro, l’argento, il ferro ed il rame, e quelle agricole come il grano, il caffè, il mais, il riso o gli altri cereali, senza dimenticare gli idrocarburi come il petrolio, influenzano la vita e l’economia di ogni paese.

Basti pensare che appena il cartello dei paesi arabi decide di aumentare da un momento all’altro il prezzo del petrolio, si innesca un meccanismo che produce effetti nefasti su vari livelli: Aumentano i prezzi dei carburanti, dell’energia elettrica ed in generale di tutti i prodotti, anche quelli dei generi alimentari, perché il petrolio viene utilizzato come fonte primaria di carburante per produrre energia, cioè per far muovere ogni cosa, e di conseguenza diventa più costoso produrre tutto.

Inoltre, non solo il petrolio, ma tutte le altre materie prime sopra elencate, hanno un prezzo estremamente variabile e dipendente da una serie di fattori non sempre preventivabili.
Ad esempio, appena scoppiata la guerra in Libia la maggior parte dei condotti del gas sono stati chiusi, come del resto la fornitura di petrolio, questo ha comportato un rapido aumento dei prezzi a causa della diminuita offerta (anche se spesso capita che l’aumento dei prezzi dei carburanti o dell’energia elettrica sia dovuto non tanto all’aumento del petrolio, bensì dallo sfruttamento del momento propizio da parte delle compagnie energetiche e di carburanti).

Le materie prime agricole sono invece soggette ad oscillazioni di prezzo dipendenti principalmente dalle variabili atmosferiche. In alcuni anni, i floridi raccolti hanno fatto crollare i prezzi, causa eccesso di offerta, altri anni invece calamità naturali hanno colpito i maggiori produttori ed esportatori comportando una esplosione del prezzo, questa volta causa riduzione offerta.

Materie come l’oro e l’argento sono definiti beni rifugio, cioè quei bene che per la loro scarsità non possono svalutarsi troppo di prezzo, come accadrebbe per il denaro o per altri beni. Anzi, nei periodi di crisi, di elevata inflazione o durante le guerre, i prezzi dell’oro e dell’argento crescono tantissimo perché tutti corrono ad acquistarli. Da qui il nome di beni rifugio. Cioè si acquistano per rifugiarsi dal rischio di svalutazione al quale è soggetto il denaro.

Per fare un esempio, durante la prima guerra mondiale, la Germania finanziò la costruzione di armi e la campagna militare stampando carta moneta senza alcun controllo. Come diretta conseguenza i prezzi iniziarono a salire e l’inflazione, dapprima elevata e poi galoppante, si trasformò in breve tempo in iperinflazione.

In parole povere, in 4 anni, i prezzi di ogni cosa aumentarono di circa 1 miliardo di volte, tant’è vero che qualcuno ricorda che la gente, per acquistare un chilo di pane doveva camminare con valigie piene di marchi ormai svalutati.

Ben presto infatti si era tornati al baratto, o addirittura ad utilizzare il dollaro o altra moneta forte.
Il marco aveva perso il ruolo che la moneta deve avere come strumento di scambio e accumulo di valore.
L’oro, l’argento, i diamanti non rischiano invece la svalutazione. Data la loro scarsità in natura, il prezzo si mantiene sempre abbastanza elevato, anche se soggetto a parecchie oscillazioni, soprattutto in periodi di forti turbolenze.

Da quanto detto, petrolio, metalli e prodotti agricoli si prestano molto bene agli scopi speculativi dei trader.

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